Scorre nelle vene l’impasto di vita
Nelle vene della terra sangue degli alberi
Nel cuore degli uomini rarissimo verde
Tu primavera dei sordi battiti amorosi
migliore lana delle carezze mai date
espandi e monti d’amore le vie azzurre.
Mani amiche comprendono il gergo della pelle
Come la vite pergola l’abbraccio al casolare.
Aspetti l’uomo dietro la porta dello scrigno
Ti doni a lui avvertendone il passo nel cuore
Tu bambina che aspetti il padre con le paste.
Questo cuore dell’infanzia domenicale
Anima il tuo corpo carezzato dal vento di marzo
E i pensieri diventati assordanti cinguettii.
Perditi nel vortice dei sapori antichi
Venuti dal nord della tua incoscienza
Passati nel grembo della storia di un paese
Assaggiati nelle braccia degli uomini del destino
Riemersi sulla spiaggia della donna nuda
Degli anni, dei debiti e dei ricordi
La tua verginità di pensiero m’addolcisce
Aspettami con una sola coperta in dote
Con nulla nella mente, cava come il tuo amore
E sarò fiume che ingrossa i rigagnoli
Accento delle vocali, apostrofo che unisce
Calore che rimane, fuoco che non si spegne.
Riversati in me per la protezione che desideri
Affidati alla corrente che ti porta ai confini
Della mente, del giusto e del tempo
Perché là, non prima, aspetto di raccoglierti.
Là, non prima, vivremo l’unica vera vita.